Lettera a i parrocchiani

Unità Parrocchiale Regina della Pace – San Pietro Martire

Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.

Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri”

Gv 13,34-35

Intervista al nostro Vescovo Gerardo

COS’È L’UNITÀ PARROCCHIALE (UP)?

E’ una forma di collaborazione! Collaborazione soprattutto fra Comunità e non solo fra Sacerdoti.

PERCHÈ L’UP?

La Chiesa è una. Se facciamo tante cose spezzettando l’attività pastorale è per facilitare la partecipazione dei fedeli, per raggiungere tutti. Ma dove è possibile non si dovrebbero moltiplicare celebrazioni o attività senza una necessità o utilità pastorale. C’è una comunione da sottolineare!
Ma questo non valeva ieri? Certo. La Chiesa è una. E’ pertanto comunione. Uno è il popolo di Dio. Ma non possiamo sottovalutare la necessità di arrivare a tutti e in maniera più incisiva. La moltiplicazione di parrocchie avvenuta qualche decennio fa aveva questo compito.
Oggi siamo chiamati a sottolineare il discorso della comunione.
Lo facciamo oggi forse perché ci stiamo svegliando in quanto mancano i preti: ma sia chiaro che il discorso delle U.P. che stiamo facendo si fonda sulla esigenza di comunione. Del resto la facilità nel muoversi, la consapevolezza che la vita è vissuta oltre il proprio angusto territorio ci invita a fare scelte diverse da quelle che sono state fatte nel passato.
Unità parrocchiale: comunità “allargata” che chiama a mettere insieme risorse e ricchezze per rispondere, con sempre maggior attenzione ed efficacia, alle domande degli uomini e delle donne di oggi e di domani.

COME SI MUOVE L’UP?

Anzitutto, dicevamo, è un camminare insieme fra Comunità e non semplicemente fra Sacerdoti.
Partiamo dalla constatazione che sta cambiando il volto delle nostre comunità cristiane.

Non è più scontato che tutti abbiano la fede. Un tempo la prima trasmissione della fede avveniva sia in famiglia, sia nel contesto socio-culturale dei nostri ambienti. Oggi le parrocchie in più occasioni devono portare “il primo annuncio della fede”. Ciò fa sentire l’esigenza di muoversi in maniera diversa.

Sta mutando anche il contesto sociale in cui si trovano le nostre comunità. Oggi la gente si muove, per lavoro, per la scuola, per il divertimento.

Si creano comunità cristiane con forme di appartenenza nuove, dove la “libera scelta” è caratterizzante.

La parrocchia è fondamentale, ma non basta più. Parliamo di “pastorale integrata”.
Siamo di fronte a un cambiamento radicale della pastorale. Parliamo di “conversione pastorale”.
Questo processo va affrontato con gradualità: è necessario infatti che tutte le parrocchie si sentano vitalmente dentro la dinamica dell’unica Chiesa locale, in comunione con la Chiesa universale.
Non è facile quanto diciamo e proponiamo.

QUALI DIFFICOLTÀ SI INCONTRERANNO?

La difficoltà iniziale è il rischio che la parrocchia si senta privata di qualcosa e pertanto entri in un atteggiamento di “rivendicazione”.
In secondo luogo esiste sempre la pretesa-desiderio di poter bastare a se stessi.
In terzo luogo può nascere un disorientamento dal vedere più sacerdoti girare e non capire quel è il sacerdote di riferimento.
Sono difficoltà vere, da non sottovalutare: per cui bisogna stare attenti a non fare “una rottura”.
Ma indubbiamente è importante vedere il bello che il nuovo può portare.

E CONCRETAMENTE?

Fin da subito possiamo pensare a dei passi da fare, ad alcune esperienze da realizzare: specialmente quelle cose che le nostre piccole parrocchie a volte non riescono a reggere.
Non è che le proposte che seguono si devono realizzare tutte e subito: si danno semplicemente indicazioni e l’elenco è esemplificativo.
Le Parrocchie che compongono una Unità Parrocchiale possono collaborare o addirittura programmare in maniera unitaria nei seguenti ambiti: formazione dei catechisti, gruppo giovani, itinerario di preparazione al matrimonio, gruppo famiglie, preparazione al Battesimo, formazione degli animatori per la pastorale giovanile, gruppi di spiritualità, formazione biblica, preghiera, attività caritativa, movimenti, associazioni, consiglio pastorale dell’ UP ecc.

NUOVO ORARIO DELLE CELEBRAZIONI (Valido da domenica 11.10.2020)

Accedi alla pagina del nuovo orario

La celebrazione del mistero eucaristico è «fonte e apice di tutta la vita cristiana» e dunque momento sostanziale del costituirsi della comunità parrocchiale. In essa la Chiesa diventa consapevole del significato del suo stesso nome: convocazione del popolo di Dio che loda, supplica, intercede e ringrazia. Celebrando l’Eucaristia, la comunità cristiana accoglie la presenza viva del Signore Crocifisso e Risorto, ricevendo l’annuncio di tutto il suo mistero di salvezza.

Istruzione La conversione pastorale

Il parroco
Don Emanuele Contadini
333 2820547
emanuele.contadini@libero.it

Le parole del papa Francesco

Il mondo è lacerato dalle guerre e dalla violenza, o ferito da un diffuso individualismo che divide gli esseri umani e li pone l’uno contro l’altro ad inseguire il proprio benessere. In vari Paesi risorgono conflitti e vecchie divisioni che si credevano in parte superate. Ai cristiani di tutte le comunità del mondo desidero chiedere

specialmente una testimonianza di comunione fraterna che diventi attraente e luminosa. Che tutti possano ammirare come vi prendete cura gli uni degli altri, come vi incoraggiate mutuamente e come vi accompagnate: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35). È quello che ha chiesto con intensa preghiera Gesù al Padre: «Siano una sola cosa … in noi … perché il mondo creda» (Gv 17,21). Attenzione alla tentazione dell’invidia! Siamo sulla stessa barca e andiamo verso lo stesso porto! Chiediamo la grazia di rallegrarci dei frutti degli altri, che sono di tutti. A coloro che sono feriti da antiche divisioni risulta difficile accettare che li esortiamo al perdono e alla riconciliazione, perché pensano che ignoriamo il loro dolore o pretendiamo di far perdere loro memoria e ideali. Ma se vedono la testimonianza di comunità autenticamente fraterne e riconciliate, questa è sempre una luce che attrae. Perciò mi fa tanto male riscontrare come in alcune comunità cristiane, e persino tra persone consacrate, si dia spazio a diverse forme di odio, divisione, calunnia, diffamazione, vendetta, gelosia, desiderio di imporre le proprie idee a qualsiasi costo, fino a persecuzioni che sembrano una implacabile caccia alle streghe. Chi vogliamo evangelizzare con questi comportamenti? Chiediamo al Signore che ci faccia comprendere la legge dell’amore. Che buona cosa è avere questa legge! Quanto ci fa bene amarci gli uni gli altri al di là di tutto! Sì, al di là di tutto! A ciascuno di noi è diretta l’esortazione paolina: «Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene» (Rm 12,21). E ancora: «Non stanchiamoci di fare il bene» (Gal 6,9). Tutti abbiamo simpatie ed antipatie, e forse proprio in questo momento siamo arrabbiati con qualcuno. Diciamo almeno al Signore: “Signore, sono arrabbiato con questo, con quella. Ti prego per lui e per lei”. Pregare per la persona con cui siamo irritati è un bel passo verso l’amore, ed è un atto di evangelizzazione. Facciamolo oggi! Non lasciamoci rubare l’ideale dell’amore fraterno!

Francesco, Evangelii gaudium 99-10

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